martedì 26 novembre 2013

"LA TANGIBILITA' DELL'INTANGIBILE" - ISTAO 5 dicembre 2013

Oggi diventa sempre più rilevante integrare elementi intangibili nella realtà organizzativa dando più completezza al concetto di valore d’impresa.
Appare quanto mai evidente il ruolo centrale che le risorse immateriali assumono nella creazione del valore dell’impresa, costituendo una delle variabili strategiche fondamentali per la sua affermazione sul mercato.

Il mutamento del contesto economico in cui le aziende si trovano ad operare, unitamente alla crescente necessità di un confronto in ambito internazionale, ha indotto gli studiosi ad approfondire il ruolo competitivo dei fattori immateriali, sia sotto il profilo di risorse legate a rapporti con l’ambiente esterno di riferimento, sia quali elementi sviluppati nell’ambito dei processi interni all’impresa. 

In che modo dunque le risorse intangibili possono concorrere al vantaggio competitivo di un’impresa?
Due sono i tipi di fattori che devono essere presi in esame nel bilancio per determinare il valore reale: il capitale tangibile - fabbricati, impianti, beni materiali - e il capitale intangibile o intellettuale - reputazione, brand e know how. Valutare il capitale umano ed intellettuale, comprendendo le dinamiche che creano valore, diviene fondamentale per attrarre investitori, mantenere i propri talenti, garantire una seria Corporate Governance, valutare i rischi ed assicurare la sostenibilità competitiva.


Giovedì 5 dicembre 2013



giovedì 14 novembre 2013

"S.O.S. LAVORO" : Strumenti e Tecniche per riemergere dal mare delle difficoltà professionali

La realtà professionale non è solo fonte di sostentamento economico, ma anche parte fondante della nostra identità, della serenità emotiva personale, familiare e di ampia parte del nostro esistere.
Quando il lavoro si riduce, si altera o viene meno, cosa resta di noi, della nostra persona, della nostra vita ?
Come affrontare al meglio tale passaggio ?
Come reinventarsi a 30, 40, 50 anni ?
Come preservare la calma e la lucidità interiore e le buone relazioni con gli amici ?
Come saper cogliere le nuove opportunità, mantenendo apertura mentale, flessibilità, creatività ?

A queste e molte altre domande si cercherà di risponder in questa tavola rotonda, fornendo strumenti pratici e strategie concrete, alla portata di tutti.

SENIGALLIA - 23 NOVEMBRE 2013
Hotel Cristallo - Lungomare Alighieri, 2
Ore 16:30



domenica 10 novembre 2013

"L'ATTESA ... " - di Beniamino Cinti Luciani

La identifichiamo spesso con il vuoto, l'assenza, la solitudine : propongo di pensare all'attesa come il dialogo interiore, il parlare con noi stessi, quel luogo dove possiamo incontrarci e riconoscerci.

Abbiamo molte sfumature di pensiero ma sostanzialmente ci assolviamo o ci condanniamo: è in questo luogo che avviene tutto, le nostre ragioni e i nostri torti, ma anche l'amore e l'odio, che non dichiariamo, che teniamo nascosti dentro di noi. 

Pensate anche cosa nasce nell'attesa: un prodigio, un miracolo, lì nasce IL DESIDERIO, si presenta prima come una fantasia, un'immaginazione, poi gradualmente si definisce, ma resta misterioso, poco aderente con la realtà che viviamo, poi diventa speranza e oscilla, comincia a sembrarci possibile e allo stesso tempo poco realizzabile; poi si ferma ed è come se lo dimenticassimo, ma riemerge all'improvviso, è stato un evento improvviso, una parola sentita, un contatto esterno, una persona che ha espresso un suo desiderio che ti ha rimandato al tuo che era sopito. 

Allora si risveglia, prende altra forma, ti fa pensare che la tua vita può cambiare se lo realizzi, ora attendi e la tua attesa non è più un vuoto, un'assenza, ma un confronto continuo con te stesso, con una spinta vitale, c'è una nuova possibilità per te, riesci a vedere le cose e le situazioni in maniera diversa e ti apri, vai verso il mondo: e' proprio in questo momento che puoi iniziare il dialogo con l'altro, l'altro può diventare lo specchio su cui ti rifletti e osservare così anche il tuo desiderio, che si espone, si definisce, assume la parola, si esprime. 

Ora cambia qualcosa, cambia il tuo sentire, hai ascoltato le tue parole, hai sentito le emozioni che le accompagnano, hai sentito le parole dell'altro. Il tuo desiderio è entrato in contatto con il mondo esterno, tu sei entrato in contatto con la tua parte più esposta: ai giudizi, ai pareri, all'accoglienza, al rifiuto, alla censura. 

Ma il tuo desiderio resiste, si trasforma ma resiste: ora l'attesa ha compiuto il suo percorso, sta a te la realizzazione, è una tua responsabilità !

di Beniamino Cinti Luciani
Psicologo
bennibcl@gmail.com


mercoledì 23 ottobre 2013

COSTRUISCI IL TUO FUTURO : Master in Gestione delle RISORSE UMANE

Il prezioso ingrediente che fa di un'azienda l'organizzazione vincente sotto ogni punto di vista : gli uomini.

Risorse uniche ed imprescindibili, innovano, ricercano, condividono e creano. E' grazie alla loro energia e competenza che l'impresa cresce quotidianamente.

Nel percorso descritto occorre un'attenta gestione del capitale umano: si deve attrarre il talento in azienda ma si deve avere la capacità di coinvolgerlo, trattenerlo, farlo crescere e fare in modo che ogni progetto sia il perfetto risultato di una ricetta vincente.

Difficile descrivere la figura del Responsabile della Gestione delle Risorse Umane, facile spiegarlo : signore aziende sappiate che è il vostro miglior Business partner, signori candidati sappiate che non esiste università che possa completare il vostro percorso di studi tanto da rendervi idea di che cosa realmente accada nelle dinamiche aziendali.



E' per questo che nasce il Master in Gestione delle Risorse Umane di ISTAO: per rispondere alle sollecitazioni che provengono dai cambiamenti organizzativi in corso nell'impresa e che influenzano e modificano gli stili ed i contenuti del management delle risorse umane.

Un Master che prevede, nella prima parte, una "full immersion" nella comprensione del Business, mentre nella seconda un orientamento all'approfondimento di quelle conoscenze tecniche e manageriali per la gestione delle Risorse.

Il Master si rivolge a laureati magistrali in discipline economiche, giuridiche, ingegneristiche e umanistiche con un'indispensabile conoscenza dell'inglese: avrà durata di 11 mesi comprensivi di un periodo di stage di fine corso.
Il percorso full-time avrà un taglio in stile americano: si parte dalla pratica per costruire la teoria sulle aree tematiche del Business Strategy, HR Management, Change management, People development e Pewople strategy.

Il project-work e lo stage finale rappresenteranno importanti occasioni per essere inseriti in un contesto professionale allineato con le proprie attitudini, conoscenze e competenze e porre le basi per la propria carriera lavorativa.





Per informazioni tel. 071.2137011 - informa@istao.it - www.istao.it

lunedì 21 ottobre 2013

IL CONTATTO - di Beniamino Cinti Luciani

Questo termine si presta spesso a interpretazioni e quindi se ne può fraintendere il contenuto, per questo motivo provo a darne una definizione che proviene dalla teoria della Gestalt. 

Abbiamo accennato in altre occasioni all'indispensabile necessità dell'altro e della sua presenza nella nostra vita, dove per "ALTRO" non si intende solo la presenza degli altri esseri umani, ma dell'AMBIENTE e di tutto ciò che lo compone (natura, clima, contesto sociale, cultura, affetti...). Con quali difficoltà o semplicità, accediamo alla relazione con tutto ciò che ci circonda? Sulla base di questo fondamentale principio, il CONTATTO, si esprime con la possibilità di aprire i nostri confini e di permettere l'accesso all'esperienza della relazione. L'individuo percepisce il valore del momento, attraverso un flusso di energia che proviene dall'esterno e che permea l'identità. Dopo questa esperienza, l'individuo è arricchito, è avvenuto il fenomeno della variazione e dell'accrescimento della conoscenza. Come in una sinfonia, l'armonia della musica inizia con un LARGO, seguito da un CRESCENDO, per proseguire con un ANDANTE/ALLEGRO per  concludere con un ADAGIO. Quello che resta è un benessere dello spirito e ciò che è entrato a far parte di noi, resta anche se non ne siamo consapevoli. 

La conoscenza quindi non è un accumolo di cognizioni ma una variazione continua di sensazioni,emozioni, stati d'animo che si sperimentano in relazione all'ambiente. Ora bisogna aggiungere che la storia personale, i nostri traumi, gli eventi dolorosi della nostra vita ma anche i momenti di piacere e bellezza producono una sensibile influenza per l'accesso al contatto. Il sole non brilla sempre, così come non è sempre nuvolo, ma avverrà più spesso, che le nubi offuschino il sole, che successivamente brillerà di nuovo e percepiremo la sua luminosità proprio per contrasto con il momento in cui era offuscato.Queste variazioni però ci inducono a pensare che la luce potrebbe non tornare e che potrebbe restare nuvolo a lungo e per contro a desiderare che ci sia sempre il sole.

Nella nostra vita, dunque, le esperienze, accumulano, paure e ansie, dalle quali ci difendiamo strutturando difese. Il CONTATTO allora viene vissuto con contenuti di rischio e si tende ad evitarlo e a contenerlo per timore di essere feriti.... oppure malgrado le ferite, sappiamo intimamente che non possiamo farne a meno perché, unica autentica fonte di vita.


di Beniamino Cinti Luciani
Psicologo
bennibcl@gmail.com


domenica 15 settembre 2013

"GUARDA IL TUO FUTURO" - Giancarlo Orsini

Che cosa succedere se si apre una piccola porta e l'immensa luce che ci colpisce ci affascina e ci abbaglia ? 

La prima reazione può essere di stupore, la seconda di attenta analisi dei particolari cercando di apprendere senza farsi influenzare da credenze, abitudini o distorsioni mentali che ci impediscono di osservare senza applicare filtri. La terza ? Sicuramente di gratitudine verso chi contribuisce quotidianamente ed attivamente al progresso ed all'innovazione.

Magari non a tutti è possibile girare il mondo per conoscere, condividere, creare ed innovare ma il mondo è a portata di noi : basta avere tanta curiosità, voglia di conoscere, voglia di migliorarsi ed un enorme desiderio di rendere migliore il mondo che ci circonda.

Ed è così, che con un breve viaggio virtuale ci troviamo proiettati in una realtà che sembra essere molto lontana ma solo a causa nostra condizionata, limitata apertura mentale ... niente di più sbagliato, il futuro è già molto più vicino di quanto possiamo credere :

Effettuato primo trapianto osseo con stampa 3D sul 75% del cranio
Un paziente statunitense è stato sottoposto al trapianto del 75% delle ossa del cranio, grazie ad uno speciale materiale "stampato" in tre dimensioni e ricavato "su misura" a partire da una tac.
Come spiega il quotidiano statunitense "The Los Angeles Times" è la prima volta che viene utilizzata la tecnica della stampa tridimensionale per un trapianto osseo.
Come sottolinea la Oxford Performance Materials, l'azienda statunitense che ha prodotto la protesi, si tratta tuttavia di una tecnica che potrà permettere in futuro di rimpiazzare qualsiasi osso con un sostituto fabbricato con materiali speciali, ma soprattutto a misura di ogni singolo paziente: bastano delle tac per poter ricavare la forma tridimensionale della protesi, con dei tempi di lavorazione massima di due settimane.

Termometro 2.0 per check-up completi in pochi secondi
Bastano solo 10 secondi a Scout per misurare tutti i valori, che poi invia tutte le informazioni allo smartphone che – grazie a un’apposita applicazione – si rende conto se allarmare l’utente oppure tranquillizzarlo. Il dispositivo arriverà in commercio entro fine anno, il prezzo sarà di circa 150 dollari. A proposito di Tricorder, ne è stato realizzato un altro esemplare tangibile e reale, che può essere utilizzato grazie al sistema operativo Linux che ne governa il funzionamento e grazie al doppio schermo touchscreen che garantisce un uso piuttosto comodo.

La Realtà Aumentata : Google Glass 
Sono immagini che in poche ore hanno attraversato blog e social network: un documentarista e consulente di comunicazione, Chris Barrett, ha registrato il video della cattura di alcuni uomini a Wildwood sulla costa orientale degli Stati Uniti. Indossava i Google Glass. È come avere una macchina fotografica o una videocamera in un luogo pubblico. 
In seguito ha aggiunto il filmato nella sua pagina di YouTube dove nel momento in cui viene scritto questo articolo veleggia verso 124 mila visualizzazioni. E ha raccolto più di un centinaio di commenti da parte degli utenti. Come cambierà il "Citizen Giournalism".

Sono solamente tre esempi di quanto la genialità della mente umana stia realizzando con una crescita a velocità esponenziale anche se ad oggi siamo anni luce lontani dal miracolo della vita, a questo .... ci stanno ampiamente ancora lavorando !

Un particolare ringraziamento a Giancarlo Orsini,

sabato 31 agosto 2013

"START UP" : Nasce il primo incubatore di aziende nelle Marche

L'obiettivo del progetto "Jesi Cube" è favorire la nascita di nuove imprese "science based" con validata potenzialità, supportandole nei primi difficili anni di vita, offrendo servizi d'accompagnamento e tutoraggio, fornendo spazi attrezzati per ospitare le neo-imprese, creando sinergia e stimolo reciproco tra i giovani neo imprenditori. Il concetto di incubatore è molto simile a quello di un selezionatore ed acceleratore di New.Co.: chi vi vuole accedere parte da un'idea di business e formula un business plan. Se le idee superano questo primo esame, l'incubatore si impegnerà ad ospitare la start-up e a seguire le successive fasi di sviluppo dell'azienda per accelerare il più possibile la crescita dell'impresa:

I DESTINATARI
Jesi Cube intende rivolgersi ai migliori talenti, che potranno proporre le proprie idee per far nascere imprese innovative, che una commissione valuterà nella fattibilità: tecnica, economica e finanziaria.Un network composto da consulenti e managers qualificati potrà accompagnare i neo imprenditori nella realizzazione delle business idea. Nell'incubatore “Jesi Cube” lavoreranno quindi assieme ricercatori, neo imprenditori, manager e consulenti, che forniranno alle start up elevate competenze in fatto di ricerca, strategia, marketing, finanza e gestione.

IL CONTESTO TERRITORIALE
L’incubatore è localizzato in un luogo strategico del sistema socio-industriale: da un punto di vista delle infrastrutture (in prossimità di interporto, aeroporto, autostrada, porto) e da un punto di vista industriale (centrale rispetto ai principali distretti della regione Marche). Inoltre il progetto prevede l’opportunità di sviluppare, nel medio periodo, un sistema d’incubazione con ulteriori centri diffusi sul territorio, articolati in rete e capaci di offrire un unicum di know how e servizi.

LE ESTERNALITÀ
La capacità di avviare imprese ad alto contenuto di innovazione può consentire di: intercettare e trattenere talenti e competenze, favorire l’attrazione di investimenti dall’esterno, attivare modelli di business e processi di filiera, capaci di innescare nuova innovazione diffusa sul sistema industriale. L’obiettivo generale di Jesi Cube è quindi anche quello di favorire il rilancio del modello industriale attraverso la capacità di produrre innovazione e competitività.

SCOPRI COME ACCEDERE A JESI CUBE :

mercoledì 10 luglio 2013

RIESCI A STARE IN SILENZIO ? di Beniamino Cinti Luciani

L'ascolto ...
direi che per primo dovresti ascoltare il tuo corpo, i suoi segnali anche più minuti: la peristalsi viscerale, lo stato delle spalle e della schiena...che energia senti nelle gambe e nei piedi, come si muovono le tue braccia e cosa tocchi con le mani....poi la testa, cosa vedi, come guardi, il tono della voce, i pensieri e come li esprimi, quando sei sul vero e quando sul mentire, e non dirmi che non menti, perché sarebbe una menzogna...poi ascolta come manipoli e come seduci....ecco, ora sei pronto per ascoltare l'altro.

L'altro parla, tu l'ascolti, ma senti già la necessità di controbattere, di dire la tua, di dire il tuo pensiero, di fare in modo che i tuoi argomenti sopravanzino i suoi e tu possa sentire un tuo potere, il potere di dimostrare che tu sei nel giusto. Naturalmente, non ci accorgiamo di questa nostra dinamica, siamo assolutamente convinti che ci siamo mossi adeguatamente, esprimendo il nostro pensiero: in realtà non abbiamo ascoltato l'altro ma solo ed esclusivamente noi stessi!

Ti sei chiesto che cosa desiderava sentirsi dire l'altro? l'hai guardato cercando di percepire il suo stato d'animo? L'altro è allegro ? triste ? preoccupato ? addolorato ? stanco ? nervoso ? ecc... no, non l'hai fatto...avevi bisogno di dire la tua...avevi bisogno di liberarti della tua ansia... 

Ogni relazione produce diversi livelli d'ansia. 

Quanto sei disposto ad ascoltare l'ansia dell'altro? ti accorgi quando vuoi evitare ? ti accorgi che parli soprattutto con quelli che ti ascoltano? con quelli che ti danno ragione ? con quelli che definisci i simpatici? Per gli antipatici, provi a svelare cosa c'è dietro la loro antipatia? TI PUOI PERMETTERE, DOPO AVER ASCOLTATO, DI RESTARE IN SILENZIO? di non dare consigli, pareri, giudizi? e lasciare a chi ha parlato la possibilità di sentire ciò che ha detto ... di essere lui a fare domande? Lo sai che così applicheresti la più antica magia dell'uomo? "Se baci il rospo, si trasforma in principe o principessa "


di Beniamino Cinti Luciani
Psicologo
bennibcl@gmail.com

venerdì 5 luglio 2013

GAZZETTA UFFICIALE N. 150 del 28 giugno 2013 : Decreto Legge N. 76


E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale N. 150 del 28 giugno 2013 il Decreto Legge N. 76 recante i primi interventi per la promozione dell’occupazione, in materia di IVA ed altre misure finanziarie urgenti.
Le principali news inerenti il mercato del lavoro :

AGEVOLAZIONI CONTRIBUTIVE (decontribuzione)
Potenziali Beneficiari : “Lavoratori Svantaggiati”
Ovvero tutti coloro he sono anagraficamente nella fascia di età tra i 18 ed i 29 anni (così come previsto dal regolamento comunitario 800/2008) in possesso di ALMENO UNO dei seguenti requisiti :
- privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi
- privi di un diploma di scuola media superiore o professionale
- vivano soli con una o più persone a carico
Tali assunzioni devono essere effettuate tra il 29 giugno 2013 ed il 30 giugno 2015
Il Beneficio Corrisposto dall’INPS
E’ rappresentato da 1/3 della retribuzione lorda mensile imponibile del lavoratore con un limite massimo di 650€ mensili.
Tipologie contrattuali interessate: ”Tempo Indeterminato”
Nel caso in cui si tratti di una nuova Assunzione a Tempo Indeterminato il beneficio sarà erogato per 18 mesi. Nel caso in cui un contratto a Tempo Determinato venga trasformato ad Indeterminato il beneficio sarà limitato ai 12 mesi (in ogni caso la trasformazione deve comunque rappresentare un incremento occupazionale.
Incremento Occupazionale
L’incremento occupazionale menzionato sora è calcolato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori rilevato in ciascun mese ed il numero dei lavoratori mediamente occupati nei dodici mesi precedenti all’assunzione. I dipendenti Part Time sono ponderati sulla base del rapporto tra ore contrattuali ed orario normale di lavoro.

APPRENDISTATO
Verranno prodotte nuove linee guida entro il 30 settembre 2013 con il fine di disciplinare le linee guida per le assunzioni con contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere, per rendere maggiormente omogenea la disciplina dell’apprendistato su tutto i territorio nazionale.  Tali linee guida dovranno prevedere l’obbligatorietà o meno del PFI (Piano Formativo Individuale), la modalità di gestione del Libretto Formativo e la relativa registrazione della qualifica acquisita ed il rispetto – per quanto concerne la formazione – della disciplina prevista dalla REgione in cui l’Impresa ha sede legale, in caso di imprese multilocalizzate.

CONTRIBUTO PER ASSUNZIONE DISOCCUPATI
E’ prevista la concessione di un contributo per l’assunzione dei lavoratori disoccupati che fruiscono dell’ASPI, nella misura del 50% dell’indennità mensile residua che sarebbe stata erogata se il lavoratore fosse rimasto disoccupato. Tale concessione opera solo per assunzioni a Tempo Pieno ed Indeterminato.

CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO
E’ demandata alla contrattazione collettiva anche di secondo livello l’individuazione delle ipotesi in cui è possibile stipulare contratti così detti “Acausali”. Disposizione valida anche per i contratti effettuati in somministrazione. Viene abrogato il divieto di proroga, restando però comunque all’interno dei 12 mesi massimi di rapporto di lavoro.
Gli intervalli tra un contratto a temo determinato ed il successivo sono RIDOTTI e tornano ad essere di 10 o 20 giorni (a seconda della durata del primo contratto).

TENTATIVO OBBLIGATORIO DI CONCILIAZIONE
Il DL 76 riscrive il comma 6 dell’articolo 7 della Legge 604/1966, prevedendo la NON applicazione del tentativo obbligatorio di conciliazione presso la DTL, in caso di licenziamento:
- per superamento del periodo di comporto
- per cambio appalto, qualora una norma contrattuale preveda l’assorbimento dei lavoratori da parte dell’impresa subentrante
- in edilizia per fine cantiere
Per la stessa procedura il DL definisce che la durata del procedimento non può superare i 20 gg successivi alla convocazione da parte delle DTL (salvo esplicito accordo) ed il diritto del datore di lavoro di comunicare il licenziamento in caso di fallimento del tentativo di conciliazione decorso infruttuosamente il termine dei 20 giorni. In caso di mancata presentazione di una o entrambe le parti, il giudice in sede di giudizio potrà valutarla secondo il suo “prudente apprezzamento”

RESPONSABILITA’ SOLIDALE NEGLI APPALTI
Il committente è obbligato in solido a corrispondere ai lavoratori trattamenti retributivi (compresi di TFR), contributi previdenziali e premi assicurativi con l’appaltatore ed eventuali subappaltatori ed entro il limite dei due anni dalla cessazione del contrato di appalto. Quanto sopra viene applicato anche per i lavoratori con contratto di lavoro autonomo.

INCONTRO TRA DOMANDA ED OFFERTA DI LAVORO
Viene istituita una Banca dati delle politiche attive e passive presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, finalizzata a raccogliere informazioni sui soggetti da collocare sul mercato del lavoro, sulla domanda di lavoro proveniente dalle imprese, nonché sui servizi destinati a migliorare le opportunità di impiego. In questo modo, politiche attive e passive possono essere meglio integrate allo scopo di favorire l’incontro tra offerta e domanda di lavoro con l’obiettivo di ridurre i periodi di disoccupazione.

MONDO HR MARCHE
di Silvia Cingolani

giovedì 27 giugno 2013

SENZA BUONE RADICI, IL TALENTO NON POTREBBE FIORIRE - di Eleonora Reverberi

Le biografie dei campioni sportivi servono a tutti noi, psicologi e non, per entrare un pò nel loro mondo e capire quanta fatica, impegno, dedizione e passione ci vogliano per intraprendere una carriera di sportivo professionista. Molti pensano che essere uno sportivo di professione sia semplice, basta allenarsi ogni giorno (cosa che apparentemente sembra esente da fatica!) e fare qualche gara qua e là…nulla di più stupido e lontano dalla realtà! 

Specialmente trovo questo modo di pensare molto pericoloso per i giovani, che si affacciano al mondo dello sport e ne ricavano un’idea come di un mondo fatto di soldi facili, poco sforzo e grandi risultati. Invece non è così e i giovani sportivi devono essere messi di fronte alla fatica ed alla responsabilità che porta essere uno sportivo professionista. Questo modo di pensare deve essere primariamente condiviso e trasmesso ai giovani dalle persone più vicine a loro: allenatori e genitori. 

Queste sono le figure che in tutti e tre i libri che ho letto, emergono come fondamentali, seppur in diversi modi, nelle vite di questi grandi campioni: famoso ormai è il padre di Agassi, che lo ha sempre spronato (forse fin troppo…) ad allenarsi ogni giorno e a non essere mai soddisfatto del risultato; noto è anche Bob Bowman, allenatore del Kid di Baltimora, che ha trasformato un bambino gracile e timoroso verso l’acqua nell’atleta più medagliato di tutti i tempi, non senza farlo passare da allenamenti sfiancanti, pressanti, senza nemmeno un giorno di pausa, senza dimenticare mamma Debbie, ormai famosissima e seguitissima su Twitter, che ha sempre seguito e creduto nel proprio figlio; infine, Toni Nadal, lo zio di Rafael, ma anche la sua grande e sempre presente famiglia, che lui considera un punto saldo della sua carriera e senza la quale non avrebbe avuto la forza e la determinazione di arrivare dove è arrivato (fidatevi è davvero così da quel che emerge dal libro!).


"Rafa Nadal" 
Questo è davvero ciò che mi ha più colpito di queste biografie: l’importanza dell’ambiente che circonda lo sportivo e la fragilità dell’equilibrio su cui si basa tutto nella sua vita, quell’equilibrio che se funziona li porta oltre ogni limite, ma se crolla con esso crolla anche il risultato dello sportivo.

Potremmo dire che “senza buone radici il talento non potrebbe fiorire” (vena poetica oggi!)…quindi,genitori attenzione a non esagerare a innaffiare troppo il piccolo sportivo di lodi per i risultati ottenuti, ma di calibrare sempre ciò che si dice e ciò che si fa, per creare attorno al giovane sportivo un ambiente quanto più rilassato e positivo possibile.

E voi, che ne pensate? Saluti
Eleonora


Eleonora Reverberi
Azzurroacqua - Psicologia e Sport

venerdì 31 maggio 2013

ALUMNI CLUB - Reunion Annuale

3X TRE X 3 = 9 Minuts Speech

AL PROFITTO PREFERISCO IL VALORE ...


Attraverso lo strumento del Workshop partecipativo, il 3° incontro dell'Alumni Club sarà l'occasione per un confronto intergenerazionale su alcuni temi fondamentali per i Manager di Oggi.
Diamo Valore al NETWORK !




"Per partecipare all'evento è necessario avere aderito al progetto "Alumni Club ISTAO 2013"

domenica 12 maggio 2013

LIFE & WORK - di Anna Fata


La ricerca della propria missione di Vita: questa può essere definita come la priorità che un numero sempre più ampio di persone sta perseguendo al giorno d’oggi.

Una volta dato un abbozzo di risposta, per quanto labile e provvisorio, all’eterno quesito “Chi sono io?”, ad un certo punto della propria esistenza si affaccia un altro dilemma, forse anche più radicale e lacerante circa quel che la Vita chiede a ciascuno di noi. Tutti ci troviamo in questo mondo per una qualche ragione, e prima o poi siamo chiamati a prenderne atto e a cercare una risposta.

Se, però, questa risposta si tenta d’ingabbiarla solo ed esclusivamente, o quasi, sotto una luce professionale, non solo si rischia d’imprigionare un’ampia parte di sé e di disconoscere il patrimonio ben più ampio e sfaccettato di cui siamo portatori, ma si limita ad un’espressione per forza di cose comunque e sempre troppo limitata. E peggio ancora il rischio che si corre sta nel fatto che nel momento in cui, per qualsivoglia motivo, questo ambito di azione e di espressione dovesse venire meno, per sopraggiunti limiti d’età, dismissioni, o impossibilità fisica, un’ampia parte della propria identità verrebbe irrimediabilmente meno.

E, allora, chi si potrebbe essere senza il proprio lavoro, il proprio stipendio, l’auto aziendale, l’ufficio, lo status, le proprie mansioni? Chi si diviene ai propri occhi e di fronte a quelli degli amici, del partner, dei parenti?

Laddove il senso di svuotamento, la perdita del senso esistenziale, della propria ragione d’essere, d’esserci, di fare, di occupare uno spazio e un tempo dovessero svanire con l’allontanamento e/o la rinuncia alla sfera professionale, sarebbe auspicabile rinegoziare completamente il proprio spazio vitale pena il rischio di cadere vittima di un forte squilibrio psichico, emotivo, spirituale. O, forse, sarebbe meglio provvedere prima e non rischiare di cadere in questi estremi che, prima o poi, ciascuno o quasi dovrà affrontare.
Difficilmente la Vita chiede ad una persona una realizzazione completa ed esclusiva in un ambito, ivi compreso quello professionale. Siamo chiamati a prenderne atto, ascoltando con onestà e apertura quel che la Vita cerca di trasmetterci, evitando di commettere l’errore e la presunzione di volerci mettere al suo posto.

In questo processo, inoltre, non possiamo permetterci di rischiare di cadere in un individualismo esasperato, ma siamo chiamati a tenere sempre presente la nostra natura di esseri interconnessi che con la loro essenza ed azione offrono un contributo attivo al mondo sociale di cui sono parte.

In genere, la spirale dell’esaurimento psicofisico si avvia in modo subdolo e silenzioso. Dall’esterno, chi sta intorno nota questo processo, ma chi lo vive in prima persona fatica a riconoscerlo. A fronte di richieste sempre più pressanti di lavoro, si tende a rispondere con ancora maggiore impegno ed energia, quando già le risorse in realtà vacillano e avrebbero bisogno di un periodo di riposo per il recupero.

I primi sintomi fisici, di tipo funzionale, senza causa organica tendono ad essere sottovalutati, ci si rassicura mentalmente che non dipendono da alcuna patologia conclamata, e che come tali non sono particolarmente gravi. Ma questo è solo l’inizio. L’usura fisica ed emotiva, nel tempo, può arrivare ad intaccare anche il substrato organico, determinando vere e proprie malattie, che si affiancano ad un sempre più marcato ritiro sociale, all’abdicazione di qualsivoglia altra attività che non sia quella professionale, ai sensi di colpa, gli sbalzi di umore, tra l’apatia e l’irrequietezza, i pensieri di fallimento, i problemi di concentrazione e memoria.

Quanto prima si interviene per riconoscere e interrompere il processo involutivo insito in questa spirale, tanto più rapido è il processo di risalita, e meno gravi possono essere le ripercussioni fisiche, emotive, sociali, professionali conseguenti.

                                                                                  Anna Fata
                                                                   Psicologa olistica, Scrittrice
                                                                   www.armoniabenessere.it

Per approfondire:
Vivere e lavorare meglio, Edizioni Paoline, Milano, 2012
L’etica del cuore, Edizioni Psiconline, Chieti, 2009
Un nuovo modello per il ben-essere in azienda, Nuova Ipsa Editore, Palermo, 2008

mercoledì 24 aprile 2013

"LE PAROLE" - di Beniamino Cinti Luciani

Il procedere ed il cammino del viaggio personale è sostenuto da una conoscenza che avviene solo attraverso la comunicazione. La comunicazione verbale e quella non verbale, affidata al corpo. L'uso della parola è quella più immediata, quella che desta la nostra maggiore attenzione. Se ci pensiamo le parole esprimono sempre un desiderio dell'altro, verso l'altro. Così possiamo dire che il vero desiderio non è dell'oggetto ma della relazione. Oggi questa condizione non è più chiara, pensiamo che sia l'"oggetto" e trasformiamo anche le persone in cosa da consumare. Allora la parola diventa condizione di scambio e possibilità di reale incontro. 

Scelgo alcune categorie di parole che penso utile definire ...

LE PAROLE DELLA TESTA: sono le parole della nostra razionalità, sono quelle del potere, del concetto di giusto e sbagliato, sono quelle che usiamo costantemente, nel ruolo, con il mondo che ci circonda, sono anche quelle dell'apparire e in molti casi della falsa cultura... sono lo strumento anche della manipolazione. Possono essere le parole dell'onestà ma anche del tradimento, sono anche quelle dell'oppressione della violenza e dello sfruttamento. 

LE PAROLE DELL'ANIMA: queste parole sono meno parole, esse non definiscono, sono orientate all'ascolto dell'altro, sono il sentire, l'emozione che nutre.....sono l'amore, la passione, il desiderio. Sono anche la rabbia, il conflitto, la contraddizione. Sono le parole dell'uomo, esse uniscono, non separano mai.....sono le parole del sì, sempre e comunque. 

LE PAROLE DELLA VERITA': sono quelle più necessarie ma anche le più pericolose, sono quelle che possono uccidere, danneggiare; qualcuno si vanta di dire sempre la verità in qualsiasi modo e circostanza e non vuol sapere che la verità è soprattutto rispetto dell'altro. E' chiedersi se l'altro può sostenere una verità cruda, è avere attenzione, cautela, attenzione.Stare su di sè, voler essere autentici è quasi sempre segnale di condizione egoica. La vera autenticità non è mai sopraffazione. 

LE PAROLE FALSE: sono le più usate, costantemente, nessuno è escluso ... sono quelle della manipolazione, della falsa seduzione, sono quelle della nostra parte oscura e quelle della nostra paura, sono anche quelle della colpa a cui con queste parole, vogliamo sfuggire.Sono le parole che non vorremmo mai dire,ma che sappiamo che continueremo ad usare, per salvarci senza sapere da cosa...forse sono le più umane,quelle della nostra fragilità.

LE PAROLE DELL'ANSIA E DELLA PAURA: sono quelle di questo momento, riguardano il nostro futuro che non è prevedibile, riguardano il singolo e la collettività, sono quelle attraverso le quali vorremmo liberarci dall'ansia, ma sappiamo anche che non sono sufficienti e allora possono trasformarsi in parole di rabbia.

di Beniamino Cinti Luciani
Psicologo
bennibcl@gmail.com

    

venerdì 15 marzo 2013

"LA COERENZA E LA NECESSITA' DI EVITARLA" - di Beniamino Cinti Luciani

Credo che a nessuno sfugga come tutta la nostra vita sia un tentativo costante di mantenere un ordine coerente rispetto al nostro pensare ed agire.

Credo anche che a nessuno sfugga, come altrettanto costantemente tradiamo i nostri principi di coerenza con la conseguenza di profondi sensi di colpa, ansia, sintomi depressivi, crisi di panico.... spesso la coerenza è assimilata ai principi morali ed etici, diventa così un ordine interiore, assimilato, strutturale che produce grande sofferenza e necessità di controllo delle azioni, aprendo così la porta a quelle strutture rigide, molto inclini al controllo delle emozioni. 

La psicologia scioglie i nodi, essa ci dice altro sulla natura umana, sui nostri sensi di colpa, in certo modo assolve, la necessità di dover essere e ci autorizza ad essere ciò che siamo.

Ci dice che in noi risiede una parte più oscura, non visibile che contiene al contempo, la luce della nostra vitalità e i desideri, che non possiamo confessare a noi stessi, ci suggerisce di non rinunciare alla nostra ragione, ma se ci affidiamo solo ad essa ci ammaliamo. Allora diventa indispensabile integrare la parte che di noi non conosciamo,quella parte che si esprime con un dialogo interiore più profondo, ma che invia con continuità e coerenza il messaggio dei nostri desideri. Si esprime in modo emotivo e questo ci spaventa. 

Credo che sia comprensibile allora come sia impossibile essere coerenti: la nostra parte inconscia è più forte, enormemente più forte della nostra ragione e non si farà mai convincere da essa. Se facciamo un lavoro di accettazione di noi, potremo scoprire che l'incoerenza è una nostra parte piena di energia che spinge verso un dialogo interiore molto ricco e ci pone sempre nuove domande e ci spinge a trovare nuove risposte.



Beniamino Cinti Luciani
Psicologo

@mail    bennibcl@gmail.com

sabato 23 febbraio 2013

IL LAVORO E LE SUE STORIE : "La Mobilità" di Luca Piscaglia


Cari lettori di MONDO HR, la difficoltà nello stare al passo con la normativa del lavoro e nel contempo renderla di immediata comprensione è diventato sempre più difficile per tutti, soprattutto per coloro che quotidianamente sono impegnati a districarsi tra importanti decisioni aziendali ed economiche, impatto delle decisioni verso i propri collaboratori, pianificazioni strategiche a medio lungo termine. 

E' così che uno dei più stimati Consulenti del Lavoro, ha deciso di approcciare a questo problema cercando di rendere ancor più comprensibili determinati contesti e le possibili soluzioni organizzative e normative, scrivendo brevi racconti estremamente realistici ed adattabili al contesto della PMI: realtà che in questo momento sta soffrendo più di ogni altra.

Nel primo racconto affronta così il tema della "Mobilità" ...

"Giovanni era da qualche mese che era preoccupato. Le vendite non andavano come lui voleva e il suo calzaturificio soffriva. Il mercato italiano era un disastro: le vendite erano veramente calate di tanto e quel poco che si vendeva si portava dietro delle grandi difficoltà di riscossione.

Aveva dovuto rinunciare a qualche cliente perché proprio non pagava più. Prometteva di pagare ma ormai era due stagioni che non pagava. Non poteva continuare a spedire calzature ad uno che non paga. Reggeva l’estero ma da solo non bastava.
Negli ultimi due anni ormai aveva consumato tutta la Cassa Integrazione Guadagni: infatti gli avevano detto che l’azienda  aveva a disposizione al massimo 52 settimane negli ultimi due anni. Purtroppo erano arrivati in fondo e per tutti il lavoro non c’era più.Anche i bilanci aziendali non erano stati fantastici.
Era arrivato alla decisione finale di dover lasciare a casa qualche persona per ristabilire quella marginalità che serviva per sopravvivere. Il suo pensiero andava ad Antonio: era con lui da 38 anni e gli mancava veramente poco per andare in pensione. Neanche due anni. Ma negli ultimi anni aveva contratto un problema di salute che lo aveva tenuto in malattia tanto.Antonio lavorava assieme a Sergio che era molto più giovane ed efficiente. Giovanni non sapeva proprio chi scegliere.

La logica diceva che per l’azienda era meglio tenere Sergio ma il cuore non riusciva a pensare ad Antonio senza retribuzione e senza contributi per due anni. Finalmente si decide a va dal suo Consulente del Lavoro e si confida. Al ritorno in azienda è più tranquillo. Il consulente del lavoro gli ha spiegato che Antonio può godere della mobilità per tre anni. Non prenderà tantissimo ma qualcosa l’INPS gli pagherà: poco più di 800 euro al mese.
Ma l’importante è che gli ultimi anni che gli mancano potrà vedersi accreditare tutti i contributi per la pensione senza avere decurtazioni. E presto andrà in pensione.
Quando Giovanni gli spiega la cosa Antonio è quasi felice.
Finalmente Antonio potrà dedicarsi alle cose che lo appassionano da sempre: il giardinaggio e la pesca.
Mentre la pesca lo fa per diletto, il giardinaggio lo farà anche per qualche famiglia e gli hanno detto che può essere pagato con dei buoni strani che l’INPS distribuisce che tutti chiamano voucher.

Alla fine non dovrà neanche dichiararli e non gli decurteranno la mobilità se resterà sotto i 3.000 euro annui.

Anche la pesca adesso è diventata più bella perché Antonio può pensare con tranquillità alla sua pensione. D’ora in avanti quello che scomparirà sarà solo il galleggiante la pensione è salva!

La mobilità … alla fine non è stata così male per Antonio".


di Luca Piscaglia 
Consulente del Lavoro

martedì 19 febbraio 2013

IL DESIDERIO DELLA FELICITA' - di Beniamino Cinti Luciani

Da un fortuito incontro, nasce la collaborazione con il Dott. Beniamino Cinti Luciani, psicologo, che in questo primo suo articolo condivide un suo particolare pensiero legato al "desiderio della felicità".

"Questo è il tempo della comunicazione, della globalizzazione ma anche di una forsennata e spaventata individualità. 

Le persone parlano, si parlano, ma non si dicono; la più grande paura è farsi vedere, essere scoperti agli occhi dell'altro. I rapporti e le parole diventano, allora, vuote e di superficie. Le persone pensano, ragionano, dirigono,controllano,gestiscono, ma non dicono quasi mai, SENTO, rinunciano a sentire per paura. Il sentire fa male, ferisce, ci rende fragili. Neutralizzare il sentire, ci isola, ci separa, ci pone alla ricerca di qualcosa che non riusciamo a trovare. Scopriamo il vuoto e l'angoscia. 

Il tentativo di colmare il vuoto ci spinge verso la ricerca del piacere e il godimento e non verso il desiderio. La grande differenza tra il desiderio e il godimento, non è più percepita. EBBENE NO, il desiderio nasce, si elabora, si definisce solo se sono in grado di rinunciare all'immediatezza della soddisfazione, solo se sò rinunciare al momento compulsivo e posso rinviarlo nel tempo, nel mio tempo di conquista. 

Il GODIMENTO è immediato, si realizza subito e senza nessuna elaborazione, è in realtà un consumo. Per questo le relazioni diventano superficiali, facilmente esauribili, insoddisfacenti e necessariamente reiterate. Il vuoto resta incolmabile. Ma nessuno può essere solo, nessuno può conoscere se stesso senza l'altro, nessuno è vivo senza gli occhi dell'altro. Ma allora quale può essere la nostra forza? La nostra risorsa? Non ho dubbi, è la FRAGILITA'! La fragilità ci spinge a cercare, a ritirarci, ci pone domande, ci orienta al confronto, a chiedere aiuto e ad avere dubbi....il dubbio è la spinta a conoscere; non ho dubbi sulla necessità del dubbio! 

Ma questo è il tempo delle finte certezze, delle diagnosi, delle definizioni e di una straordinaria capacità di fingere l'assenza del dolore o più precisamente dalla fuga da esso. Pensare che il dolore è un buon maestro è una dichiarazione che scandalizza! Eppure non possiamo evitarlo, eppure lui è con noi sempre, così come è con noi la possibilità di essere felici! Ma la felicità è fatica, è conquista di sè, è trovare senso e dare senso al nostro vivere, in ogni momento e soprattutto nel vivere l'altro con la sua diversità da noi.

Allora è possibile vivere la felicità! E' possibile amare ed essere amati....Tutto ciò ci rende vivi, ci permette di essere creativi, diversi, capaci di rinnovarci,di pensare e agire il nuovo, di consentirlo a noi e agli altri.... tutti noi abbiamo questo compito: di fare nostra la vita e di comunicarlo, di dirlo ai giovani....e dare fiducia. 

Questo è il tempo della crisi, ma è inevitabilmente anche il tempo della rinascita; mai come nelle crisi, si crea la nuova energia per andare oltre, in quell' altrove che è la materia di cui siamo fatti e non è la speranza, ma l'azione innovativa, la SCELTA". 

Beniamino Cinti Luciani
Psicologo