sabato 23 febbraio 2013

IL LAVORO E LE SUE STORIE : "La Mobilità" di Luca Piscaglia


Cari lettori di MONDO HR, la difficoltà nello stare al passo con la normativa del lavoro e nel contempo renderla di immediata comprensione è diventato sempre più difficile per tutti, soprattutto per coloro che quotidianamente sono impegnati a districarsi tra importanti decisioni aziendali ed economiche, impatto delle decisioni verso i propri collaboratori, pianificazioni strategiche a medio lungo termine. 

E' così che uno dei più stimati Consulenti del Lavoro, ha deciso di approcciare a questo problema cercando di rendere ancor più comprensibili determinati contesti e le possibili soluzioni organizzative e normative, scrivendo brevi racconti estremamente realistici ed adattabili al contesto della PMI: realtà che in questo momento sta soffrendo più di ogni altra.

Nel primo racconto affronta così il tema della "Mobilità" ...

"Giovanni era da qualche mese che era preoccupato. Le vendite non andavano come lui voleva e il suo calzaturificio soffriva. Il mercato italiano era un disastro: le vendite erano veramente calate di tanto e quel poco che si vendeva si portava dietro delle grandi difficoltà di riscossione.

Aveva dovuto rinunciare a qualche cliente perché proprio non pagava più. Prometteva di pagare ma ormai era due stagioni che non pagava. Non poteva continuare a spedire calzature ad uno che non paga. Reggeva l’estero ma da solo non bastava.
Negli ultimi due anni ormai aveva consumato tutta la Cassa Integrazione Guadagni: infatti gli avevano detto che l’azienda  aveva a disposizione al massimo 52 settimane negli ultimi due anni. Purtroppo erano arrivati in fondo e per tutti il lavoro non c’era più.Anche i bilanci aziendali non erano stati fantastici.
Era arrivato alla decisione finale di dover lasciare a casa qualche persona per ristabilire quella marginalità che serviva per sopravvivere. Il suo pensiero andava ad Antonio: era con lui da 38 anni e gli mancava veramente poco per andare in pensione. Neanche due anni. Ma negli ultimi anni aveva contratto un problema di salute che lo aveva tenuto in malattia tanto.Antonio lavorava assieme a Sergio che era molto più giovane ed efficiente. Giovanni non sapeva proprio chi scegliere.

La logica diceva che per l’azienda era meglio tenere Sergio ma il cuore non riusciva a pensare ad Antonio senza retribuzione e senza contributi per due anni. Finalmente si decide a va dal suo Consulente del Lavoro e si confida. Al ritorno in azienda è più tranquillo. Il consulente del lavoro gli ha spiegato che Antonio può godere della mobilità per tre anni. Non prenderà tantissimo ma qualcosa l’INPS gli pagherà: poco più di 800 euro al mese.
Ma l’importante è che gli ultimi anni che gli mancano potrà vedersi accreditare tutti i contributi per la pensione senza avere decurtazioni. E presto andrà in pensione.
Quando Giovanni gli spiega la cosa Antonio è quasi felice.
Finalmente Antonio potrà dedicarsi alle cose che lo appassionano da sempre: il giardinaggio e la pesca.
Mentre la pesca lo fa per diletto, il giardinaggio lo farà anche per qualche famiglia e gli hanno detto che può essere pagato con dei buoni strani che l’INPS distribuisce che tutti chiamano voucher.

Alla fine non dovrà neanche dichiararli e non gli decurteranno la mobilità se resterà sotto i 3.000 euro annui.

Anche la pesca adesso è diventata più bella perché Antonio può pensare con tranquillità alla sua pensione. D’ora in avanti quello che scomparirà sarà solo il galleggiante la pensione è salva!

La mobilità … alla fine non è stata così male per Antonio".


di Luca Piscaglia 
Consulente del Lavoro

martedì 19 febbraio 2013

IL DESIDERIO DELLA FELICITA' - di Beniamino Cinti Luciani

Da un fortuito incontro, nasce la collaborazione con il Dott. Beniamino Cinti Luciani, psicologo, che in questo primo suo articolo condivide un suo particolare pensiero legato al "desiderio della felicità".

"Questo è il tempo della comunicazione, della globalizzazione ma anche di una forsennata e spaventata individualità. 

Le persone parlano, si parlano, ma non si dicono; la più grande paura è farsi vedere, essere scoperti agli occhi dell'altro. I rapporti e le parole diventano, allora, vuote e di superficie. Le persone pensano, ragionano, dirigono,controllano,gestiscono, ma non dicono quasi mai, SENTO, rinunciano a sentire per paura. Il sentire fa male, ferisce, ci rende fragili. Neutralizzare il sentire, ci isola, ci separa, ci pone alla ricerca di qualcosa che non riusciamo a trovare. Scopriamo il vuoto e l'angoscia. 

Il tentativo di colmare il vuoto ci spinge verso la ricerca del piacere e il godimento e non verso il desiderio. La grande differenza tra il desiderio e il godimento, non è più percepita. EBBENE NO, il desiderio nasce, si elabora, si definisce solo se sono in grado di rinunciare all'immediatezza della soddisfazione, solo se sò rinunciare al momento compulsivo e posso rinviarlo nel tempo, nel mio tempo di conquista. 

Il GODIMENTO è immediato, si realizza subito e senza nessuna elaborazione, è in realtà un consumo. Per questo le relazioni diventano superficiali, facilmente esauribili, insoddisfacenti e necessariamente reiterate. Il vuoto resta incolmabile. Ma nessuno può essere solo, nessuno può conoscere se stesso senza l'altro, nessuno è vivo senza gli occhi dell'altro. Ma allora quale può essere la nostra forza? La nostra risorsa? Non ho dubbi, è la FRAGILITA'! La fragilità ci spinge a cercare, a ritirarci, ci pone domande, ci orienta al confronto, a chiedere aiuto e ad avere dubbi....il dubbio è la spinta a conoscere; non ho dubbi sulla necessità del dubbio! 

Ma questo è il tempo delle finte certezze, delle diagnosi, delle definizioni e di una straordinaria capacità di fingere l'assenza del dolore o più precisamente dalla fuga da esso. Pensare che il dolore è un buon maestro è una dichiarazione che scandalizza! Eppure non possiamo evitarlo, eppure lui è con noi sempre, così come è con noi la possibilità di essere felici! Ma la felicità è fatica, è conquista di sè, è trovare senso e dare senso al nostro vivere, in ogni momento e soprattutto nel vivere l'altro con la sua diversità da noi.

Allora è possibile vivere la felicità! E' possibile amare ed essere amati....Tutto ciò ci rende vivi, ci permette di essere creativi, diversi, capaci di rinnovarci,di pensare e agire il nuovo, di consentirlo a noi e agli altri.... tutti noi abbiamo questo compito: di fare nostra la vita e di comunicarlo, di dirlo ai giovani....e dare fiducia. 

Questo è il tempo della crisi, ma è inevitabilmente anche il tempo della rinascita; mai come nelle crisi, si crea la nuova energia per andare oltre, in quell' altrove che è la materia di cui siamo fatti e non è la speranza, ma l'azione innovativa, la SCELTA". 

Beniamino Cinti Luciani
Psicologo

lunedì 18 febbraio 2013

TENNIS ed AZIENDA : la similitudine che non ti aspetti !



“La cosa migliore del tennis è che non puoi giocare con l'orologio. Non puoi andare in vantaggio e rallentare il gioco. Devi trovare un modo per concludere.” Andre Agassì

Dall'idea e progettazione di Roberto Lautizi in collaborazione con AIDP marche e con la Partnership di MONDO HR MARCHE, un evento innovativo, coinvolgente e di alto livello professionale: "Tennis ed Azienda - le similitudini che non ti aspetti"





Giovedì 28 febbraio 2013 - ORE 17,00
 CONFINDUSTRIA ANCONA


In ambito aziendale spesso si cerca un parallelo con il mondo sportivo a squadre, per trovare soluzioni condivise e per dirigere la popolazione aziendale verso un unico obiettivo che veda tutte le singole componenti coinvolte nel suo raggiungimento.
La squadra aziendale e la squadra sportiva esprimono una equivalenza che permette di trasporre situazioni ed esperienze e quindi capire le dinamiche di gruppo che sono alla base del successo.
Nella realtà ci sono però, anche molte situazioni dove è richiesta una prestazione e un confronto 1 a 1, dove il singolo uomo-professionista è di fronte singolarmente un altro uomo-professionista, (per uomo ovviamente si intende anche donna) senza che la squadra, in quella specifica situazione, possa contribuire in alcun modo, se non con un supporto morale.
Naturale in questi casi guardare al tennis: c'è una relazione 1-1, sono in ballo le singole capacità e conoscenze di ciascuno dei giocatori, così come avviene nelle situazioni aziendali quali: un commerciale e un fornitore; un collaboratore e il proprio capo; il responsabile di qualche divisione e uno antagonista, un responsabile amministrativo ed un funzionario di banca, ecc.
Nel tennis (nel singolo) si gioca “da soli” e ci si può basare solo sulle proprie forze fisiche e mentali, sulle proprie energie, sulla propria volontà e carattere, almeno nel campo da gioco, così come accade in molti aspetti della vita aziendale.


17:00 - Registrazione Partecipanti

17:20 - LUCA ROMAGNOLI e ROBERTO LAUTIZI
(Giornalista pubblicista appassionato di tennis)
(Operation e Supply Chain Manager , progettista del workshop)
Presentazione workshop e introduzione ospiti

17:35 - ENRICO CARRESCIA E PAOLO CENTOFANTI
(Presidente AIDP Marche)
(Responsabile Area Risorse Umane di Confindustria Ancona)
Saluti

17:45 - RICCARDO ZUCCARO
(Vice Presidente AIDP Marche e Coach)
STEFANO LOMBARDI
(Dir. Generale Energy Resources, Coach e Maestro di Tennis)
L’approccio mentale: in azienda come nel tennis


18:15 - STEFANO LOMBARDI
(Dir. Generale Energy Resources, Coach e Maestro di Tennis)
I consigli di un Maestro di Tennis

18:30 FRANCESCO CANCELLOTTI
(ex tennista professionista e nazionale Responsabile Tecnico Cancellotti Srl)
Testimonianza

18:45 FRANCESCO CINOTTI
(Imprenditore 3Tech Srl e giocatore amatoriale)
Testimonianza

19: 00 - MARCO MENESCHINCHERI
(ex tennista professionista, giornalista SuperTennis)
Testimonianza

19:15 - MASSIMO VITARELLI
(HR Manager MIT Spa e giocatore amatoriale)
Testimonianza

19:30 Discussione e saluti



Evento GRATUITO : l'adesione dovrà essere inviata via fax a Confindustria Ancona 071.29048357 - o via e.mail all’indirizzo lavoro@confindustria.an.it


CONFINDUSTRIA ANCONA
Via Roberto Bianchi, snc
ANCONA
tel. 071/29048270