Da un fortuito incontro, nasce la collaborazione con il Dott. Beniamino Cinti Luciani, psicologo, che in questo primo suo articolo condivide un suo particolare pensiero legato al "desiderio della felicità".
"Questo è il tempo della comunicazione, della globalizzazione ma anche di una
forsennata e spaventata individualità.
Le persone parlano, si parlano, ma non si
dicono; la più grande paura è farsi vedere, essere scoperti agli occhi
dell'altro. I rapporti e le parole diventano, allora, vuote e di superficie. Le
persone pensano, ragionano, dirigono,controllano,gestiscono, ma non dicono quasi
mai, SENTO, rinunciano a sentire per paura. Il sentire fa male, ferisce, ci rende
fragili. Neutralizzare il sentire, ci isola, ci separa, ci pone alla ricerca di
qualcosa che non riusciamo a trovare. Scopriamo il vuoto e l'angoscia.
Il
tentativo di colmare il vuoto ci spinge verso la ricerca del piacere e il
godimento e non verso il desiderio. La grande differenza tra il desiderio e il
godimento, non è più percepita. EBBENE NO, il desiderio nasce, si elabora, si
definisce solo se sono in grado di rinunciare all'immediatezza della
soddisfazione, solo se sò rinunciare al momento compulsivo e posso rinviarlo nel
tempo, nel mio tempo di conquista.
Il GODIMENTO è immediato, si realizza subito
e senza nessuna elaborazione, è in realtà un consumo. Per questo le relazioni
diventano superficiali, facilmente esauribili, insoddisfacenti e necessariamente
reiterate. Il vuoto resta incolmabile. Ma nessuno può essere solo, nessuno può
conoscere se stesso senza l'altro, nessuno è vivo senza gli occhi dell'altro. Ma
allora quale può essere la nostra forza? La nostra risorsa? Non ho dubbi, è la
FRAGILITA'! La fragilità ci spinge a cercare, a ritirarci, ci pone domande, ci
orienta al confronto, a chiedere aiuto e ad avere dubbi....il dubbio è la spinta
a conoscere; non ho dubbi sulla necessità del dubbio!
Ma questo è il tempo delle
finte certezze, delle diagnosi, delle definizioni e di una straordinaria
capacità di fingere l'assenza del dolore o più precisamente dalla fuga da
esso. Pensare che il dolore è un buon maestro è una dichiarazione che
scandalizza! Eppure non possiamo evitarlo, eppure lui è con noi sempre, così
come è con noi la possibilità di essere felici! Ma la felicità è fatica, è
conquista di sè, è trovare senso e dare senso al nostro vivere, in ogni momento
e soprattutto nel vivere l'altro con la sua diversità da noi.
Allora è possibile
vivere la felicità! E' possibile amare ed essere amati....Tutto ciò ci rende
vivi, ci permette di essere creativi, diversi, capaci di rinnovarci,di pensare e
agire il nuovo, di consentirlo a noi e agli altri.... tutti noi abbiamo questo
compito: di fare nostra la vita e di comunicarlo, di dirlo ai giovani....e dare
fiducia.
Questo è il tempo della crisi, ma è inevitabilmente anche il tempo
della rinascita; mai come nelle crisi, si crea la nuova energia per andare
oltre, in quell' altrove che è la materia di cui siamo fatti e non è la speranza,
ma l'azione innovativa, la SCELTA".
Beniamino Cinti Luciani
Psicologo
@mail bennibcl@gmail.com
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