giovedì 27 giugno 2013

SENZA BUONE RADICI, IL TALENTO NON POTREBBE FIORIRE - di Eleonora Reverberi

Le biografie dei campioni sportivi servono a tutti noi, psicologi e non, per entrare un pò nel loro mondo e capire quanta fatica, impegno, dedizione e passione ci vogliano per intraprendere una carriera di sportivo professionista. Molti pensano che essere uno sportivo di professione sia semplice, basta allenarsi ogni giorno (cosa che apparentemente sembra esente da fatica!) e fare qualche gara qua e là…nulla di più stupido e lontano dalla realtà! 

Specialmente trovo questo modo di pensare molto pericoloso per i giovani, che si affacciano al mondo dello sport e ne ricavano un’idea come di un mondo fatto di soldi facili, poco sforzo e grandi risultati. Invece non è così e i giovani sportivi devono essere messi di fronte alla fatica ed alla responsabilità che porta essere uno sportivo professionista. Questo modo di pensare deve essere primariamente condiviso e trasmesso ai giovani dalle persone più vicine a loro: allenatori e genitori. 

Queste sono le figure che in tutti e tre i libri che ho letto, emergono come fondamentali, seppur in diversi modi, nelle vite di questi grandi campioni: famoso ormai è il padre di Agassi, che lo ha sempre spronato (forse fin troppo…) ad allenarsi ogni giorno e a non essere mai soddisfatto del risultato; noto è anche Bob Bowman, allenatore del Kid di Baltimora, che ha trasformato un bambino gracile e timoroso verso l’acqua nell’atleta più medagliato di tutti i tempi, non senza farlo passare da allenamenti sfiancanti, pressanti, senza nemmeno un giorno di pausa, senza dimenticare mamma Debbie, ormai famosissima e seguitissima su Twitter, che ha sempre seguito e creduto nel proprio figlio; infine, Toni Nadal, lo zio di Rafael, ma anche la sua grande e sempre presente famiglia, che lui considera un punto saldo della sua carriera e senza la quale non avrebbe avuto la forza e la determinazione di arrivare dove è arrivato (fidatevi è davvero così da quel che emerge dal libro!).


"Rafa Nadal" 
Questo è davvero ciò che mi ha più colpito di queste biografie: l’importanza dell’ambiente che circonda lo sportivo e la fragilità dell’equilibrio su cui si basa tutto nella sua vita, quell’equilibrio che se funziona li porta oltre ogni limite, ma se crolla con esso crolla anche il risultato dello sportivo.

Potremmo dire che “senza buone radici il talento non potrebbe fiorire” (vena poetica oggi!)…quindi,genitori attenzione a non esagerare a innaffiare troppo il piccolo sportivo di lodi per i risultati ottenuti, ma di calibrare sempre ciò che si dice e ciò che si fa, per creare attorno al giovane sportivo un ambiente quanto più rilassato e positivo possibile.

E voi, che ne pensate? Saluti
Eleonora


Eleonora Reverberi
Azzurroacqua - Psicologia e Sport